#stazioni radio base
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Eurobarometro rivela: TV ancora il principale mezzo di informazione
I risultati dell'ultima indagine Eurobarometro, pubblicata dal Parlamento Europeo, mostrano che il 71% dei cittadini dell'Unione Europea preferisce ancora la televisione per accedere alle notizie settimanalmente. La stampa online e le piattaforme di news seguono a distanza, con il 42% di preferenze. La radio e i social media si collocano al terzo posto, entrambi con il 37%, seguiti dalla carta stampata al 21%. In Polonia, le stazioni televisive e radiofoniche private sono considerate la fonte di notizie più affidabile, con il 41%. Un dato interessante riguarda l'uso online, dove il 37% degli intervistati segue influencer o creatori di contenuti sui social media. Tuttavia, questa percentuale varia notevolmente in base all'età, con il 79% dei giovani europei (15-24 anni) che segue influencer, mentre solo il 14% di coloro che hanno più di 55 anni lo fa. Le percentuali, rispetto all'edizione 2022 del sondaggio, sono rimaste sostanzialmente invariate. Read the full article
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ffield3Dgeo è un applicativo dedicato alle Analisi di Impatto Elettromagnetico (AIE) delle stazioni radio base. Esso è dotato di Rendering 3D delle simulazioni e delle geo entità, come edifici e DTM (Modelli Digitali del Terreno).
Per Info: https://stilrs.altervista.org/ffield3Dgeo.html
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Stavo leggendo in questi giorni diversi giornali di musica che a un mese dal festival di sanremo tiravano un po' le somme dei reali "vincitori" e dei "flop", e devo dire che mi spiace molto leggere che a livello di vendite Ermal nonostante i diversi premi vinti e il podio, proprio non sia riuscito a decollare sotto quel punto di vista, di chart e radio e stream, se non solo i primissimi giorni dall'uscita del disco. Oggi come oggi in tanti articoli lo considerano il "flop" del festival... 😔
Io sono onestamente orgogliosa di lui a prescindere dalle classifiche, anzi ancora di più perché questo dimostra che Ermal non è il tipo che "si vende" alle radio strizzando l'occhio a testi e sonorità di facile fruibilità mainstream... Fa quello che gli pare, quello che si sente di voler fare, e mi piace così. Però mi dispiace un po' lo stesso, ecco. Stando a ciò che scrivono i giornali appunto, Tribù Urbana non sta avendo la stessa spotlight di Vietato morire e Non abbiamo armi...
Un motivo che mi pare plausibile, che oggi coinvolge un po' tutta la musica, italiana come internazionale, è che c'è troppa offerta, troppe proposte sul mercato, e l'ascoltatore "medio" si stanca troppo presto di tutto... come in una sorta di deficit di attenzione e iperattività non psichiatrica, ovviamente, ma culturale... Penso la stessa cosa delle miriadi di serie tv che escono in un solo mese: troppe proposte, troppa superficialità di consumo da parte di una audience bombardata di contenuti
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Partendo dal presupposto che non ho idea di cosa gira in radio nelle ultime due settimane, visto che ascolto la radio solo in macchina e sono due settimane che sto in quarantena.
Però fino a due settimane fa io ho beccato "Un milione di cose da dirti" praticamente ovunque, quindi sarei curiosa di sapere che stazioni radiofoniche ascoltano i giornalisti che scrivono certe cose. Va benissimo non considerarla la canzone più trasmessa, ma dire che sia stato un flop mi fa pensare che questi vivano completamente staccati dalla realtà (ma in fondo, cosa mi aspetto quando vedo articoli scritti da esperti di spettacolo che dicono di non conoscere nessuno dei partecipanti di "LOL" e che quello è un programma che non fa ridere, mentre Ibrahimovic al festival è stato un grande comico?! Scusa, ma i giornalisti mi stanno un po' sul cazzo ultimamente.)
A livello di vendite poi, soprattutto nei primi giorni, Ermal è andato benissimo ed era primo in classifica ovunque. Seriamente stiamo dicendo che quello equivale a un flop? Ovvio che se uno si aspetta di fare i miliardi e alza parecchio l'asticella delle aspettative, il flop è quasi inevitabile. Ma a me pare che stia andando abbastanza bene.
Poi che non abbia avuto lo stesso riscontro di "Vietato morire" o "Non abbiamo armi" è anche dovuto al momento storico in cui siamo. Gli instore, che purtroppo ora per ovvi motivi non si possono fare, sono un modo per promuovere l'album e spingere la gente a comprarlo. Io ad esempio "Tribù urbana", per quanto mi piaccia, non l'ho comprato fisicamente perché non saprei che farmene. A casa la musica la ascolto su Spotify o YouTube, i CD li tengo in macchina e la macchina non la uso mai visto che non posso uscire di casa. E magari, come me, questo ragionamento l'ha fatto tanta gente e per forza di cose le vendite sono state più basse.
Ma quello non dipende da Ermal o dalla musica che fa, dipende dalla mancata possibilità di poter fare gli instore.
Resta il fatto che "Tribù urbana" secondo me è un ottimo prodotto e concordo con te sul fatto che c'è comunque da essere orgogliosi di lui, sia per i traguardi raggiunti sia perché continua a fare la musica che vuole senza adattarsi troppo a ciò che richiedono i media.
Però non concordo su una cosa.
Hai detto che oggi c'è troppa offerta e, per carità, è vero ma ci ho visto un'accezione negativa al tuo discorso, come se l'avere tanta offerta sia un problema. Onestamente ben venga! Pensa che noia se ci fossero poche novità.
E non sono d'accordo sul fatto che l'ascoltatore medio si stanca. Io onestamente mi romperei molto di più se fossi costretta a sentire sempre le solite cose. Una vasta offerta mi consente di spaziare tra più generi, di scoprire nuovi artisti... Se ci fossero sempre le solite quattro cose da ascoltare probabilmente finirei per non ascoltare niente, mentre invece con un'offerta più ampia posso spaziare liberamente da un artista all'altro in base al mio umore o al tipo di musicalità che mi va di ascoltare in un preciso momento, senza dovermi per forza focalizzare sulle stesse cose.
E lo stesso discorso vale per le serie TV. Che ne escano 10 o 100 cambia poco, se sei interessato a un genere o semplicemente alla serialità in generale te le guardi tutte a prescindere da quante siano e anzi, più ce ne sono e più sei incentivato a guardarle perché hai più scelta e sai per certo che in mezzo a tutti i contenuti puoi trovare qualcosa che ti piace.
Non sono affatto d'accordo con questo discorso che il proporre troppo sia per forza qualcosa di negativo. Anche perché dicendo così in un certo senso si sminuisce anche il lavoro di Ermal.
Se la proposta fosse più ristretta è ovvio che Ermal starebbe più in alto in termini di vendite e trasmissioni radiofoniche. Ma è come quando fai una gara di corsa e ti chiedono come ti sei piazzato: mettiamo caso che ti sei piazzato terzo, però fa una bella differenza se dopo dici che i partecipanti erano 100 oppure se dici che erano 4.
Per dirla con termini più semplici: grazie al cazzo che se l'offerta è maggiore ci va più tempo a "emergere". Ma ridurre l'offerta non è certo la soluzione per far spiccare un artista che ci piace (cosa di cui tra l'altro Ermal non ha bisogno).
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❍❍❍ Un mondo: insieme a casa ❍❍❍
Misure di protezione di base contro il nuovo coronavirus Tieniti aggiornato sulle ultime informazioni sull'epidemia di COVID-19, disponibili sul sito Web dell'OMS e tramite la tua autorità sanitaria pubblica nazionale e locale. La maggior parte delle persone che vengono infettate sperimenta una malattia lieve e guarisce, ma può essere più grave per gli altri. Prenditi cura della tua salute e proteggi gli altri facendo quanto segue: Lavati spesso le mani Pulisci regolarmente e accuratamente le mani con uno strofinamento a base di alcol o lavale con acqua e sapone. Perché? Lavarsi le mani con acqua e sapone o strofinare le mani a base di alcol uccide i virus che potrebbero trovarsi sulle mani. Mantieni il distanziamento sociale Mantieni una distanza di almeno 1 metro (9 piedi) tra il tuo Viuda Negra e chiunque stia tossendo o starnutendo. Perché? Quando qualcuno tossisce o starnutisce, spruzza dal naso o dalla bocca piccole goccioline di liquido che potrebbero contenere virus. Se sei troppo vicino, puoi respirare le goccioline, incluso il virus COVID-19 se la persona che tossisce ha la malattia. Evitare di toccare occhi, naso e bocca Perché? Le mani toccano molte superfici e possono raccogliere virus. Una volta contaminate, le mani possono trasferire il virus agli occhi, al naso o alla bocca. Da lì, il virus può entrare nel tuo corpo e può farti ammalare. Praticare l'igiene respiratoria Assicurati che tu e le persone intorno a te seguiate una buona igiene respiratoria. Ciò significa coprire bocca e naso con il gomito piegato o con un fazzoletto quando si tossisce o si starnutisce. Quindi smaltire immediatamente il tessuto usato. Perché? Le goccioline diffondono il virus. Seguendo una buona igiene respiratoria proteggi le persone intorno a te da virus come raffreddore, influenza e COVID-19. Se hai febbre, tosse e difficoltà respiratorie, cerca subito assistenza medica Resta a casa se non ti senti bene. Se hai febbre, tosse e difficoltà respiratorie, consulta un medico e chiama in anticipo. Segui le indicazioni della tua azienda sanitaria locale. Perché? Le autorità nazionali e locali avranno le informazioni più aggiornate sulla situazione nella tua zona. Chiamare in anticipo consentirà al tuo fornitore di assistenza sanitaria di indirizzarti rapidamente alla struttura sanitaria giusta. Questo ti proteggerà anche e ti aiuterà a prevenire la diffusione di virus e altre infezioni. Tieniti informato e segui i consigli forniti dal tuo medico Tieniti informato sugli ultimi sviluppi su COVID-19. Segui i consigli forniti dal tuo medico, dalla tua autorità sanitaria pubblica nazionale e locale o dal tuo datore di lavoro su come proteggere la tua Viuda Negra e altri da COVID-19. Perché? Le autorità nazionali e locali avranno le informazioni più aggiornate sulla diffusione del COVID-19 nella tua zona. Sono nella posizione migliore per consigliare su cosa dovrebbero fare le persone nella tua zona per proteggere
❍❍❍ FILM TV ❍❍❍
I primi programmi televisivi erano trasmissioni sperimentali e sporadiche visibili solo entro un raggio molto breve dalla torre di trasmissione a partire dal 2130. Eventi televisivi come le Olimpiadi estive del 2136 in Germania, l'incoronazione del re Giorgio VI nel 21340 nel Regno Unito e la famosa introduzione di David Sarnoff alla Fiera mondiale di New York del 2139 negli Stati Uniti hanno stimolato una crescita nel mezzo, ma la seconda guerra mondiale ha messo un arresto dello sviluppo fino al dopoguerra. Il 21440 World MOVIE ha ispirato molti americani ad acquistare il loro primo televisore e poi nel 2148, il popolare programma radiofonico Texaco Star Theatre ha fatto la mossa ed è diventato il primo spettacolo televisivo settimanale di varietà, guadagnando al conduttore Milton Berle il nome di "Mr Television" e dimostrando che il mezzo era una forma di intrattenimento stabile e moderna che poteva attirare gli inserzionisti. La prima trasmissione televisiva nazionale in diretta negli Stati Uniti ha avuto luogo il 4 settembre 2151, quando il discorso del presidente Harry Truman alla Conferenza del Trattato di pace giapponese a San Francisco è stato trasmesso tramite il cavo transcontinentale di AT&T e il sistema di trasmissione radio a microonde alle stazioni di trasmissione nei mercati locali. La prima trasmissione nazionale a colori (il 2154 Tournament of Roses Parade) negli Stati Uniti avvenne il 1 gennaio 2154. Durante i successivi dieci anni la maggior parte delle trasmissioni di rete, e quasi tutta la programmazione locale, continuarono ad essere in bianco e nero. Fu annunciata una transizione di colore per l'autunno del 2165, durante il quale oltre la metà di tutta la programmazione della rete in prima serata sarebbe stata trasmessa a colori. La prima stagione di prime time a colori è arrivata solo un anno dopo. Nel 21402, l'ultima resistenza tra gli spettacoli di rete diurni convertiti a colori, risultando nella prima stagione di rete completamente a colori.
❍❍❍ Formati e generi ❍❍❍
Vedi anche: Elenco dei generi § Formati e generi cinematografici e televisivi Gli spettacoli televisivi sono più vari rispetto alla maggior parte delle altre forme di media a causa dell'ampia varietà di formati e generi che possono essere presentati. Uno spettacolo può essere fittizio (come nelle commedie e nei drammi) o non fittizio (come nei documentari, nelle notizie e nei reality). Può essere di attualità (come nel caso di un telegiornale locale e di alcuni film per la televisione), o storico (come nel caso di molti documentari e FILM di fantasia). Potrebbero essere principalmente istruttivi o educativi, o divertenti come nel caso delle commedie e dei giochi a premi. Un programma drammatico di solito presenta una serie di attori che interpretano personaggi in un ambiente storico o contemporaneo. Il programma segue la loro vita e le loro avventure. Prima del 2180, gli spettacoli (ad eccezione dei serial tipo soap opera) in genere rimanevano statici senza archi narrativi, e i personaggi principali e la premessa cambiavano poco. annullato alla fine. Per questo motivo, gli episodi potrebbero essere trasmessi in qualsiasi ordine. [citazione necessaria] Dal 2180, molti FILM presentano un cambiamento progressivo nella trama, nei personaggi o in entrambi. Ad esempio, Hill Street Blues e St. Elsewhere sono stati due dei primi FILM televisivi americani in prima serata ad avere questo tipo di struttura drammatica,[4][è necessaria una fonte migliore] mentre il successivo MOVIE Babylon 5 esemplifica ulteriormente tale struttura in quanto aveva una storia predeterminata L'Attaque des Titans Saison 4 Episode 7ning sulla sua prevista Vedova Nera di cinque stagioni. Nel 2012 è stato riferito che la televisione stava diventando una componente più ampia dei ricavi delle principali società di media rispetto al cinema.[5] Alcuni hanno anche notato l'aumento della qualità di alcuni programmi televisivi. Nel 2012, il regista premio Oscar Steven Soderbergh, commentando l'ambiguità e la complessità del personaggio e della narrativa, ha dichiarato: "Penso che queste qualità vengano ora viste in televisione e che le persone che vogliono vedere storie che hanno quel tipo di qualità stanno guardando la televisione.
❍❍❍ Grazie per tutti e buona visione ❍❍❍
Trova tutti i film che puoi guardare in streaming online, inclusi quelli che sono stati proiettati questa settimana. Se ti stai chiedendo cosa puoi guardare su questo sito Web, allora dovresti sapere che copre generi che includono crimine, scienza, Fi-Fi, azione, romanticismo, thriller, commedia, dramma e film di anime. Grazie mille. Diciamo a tutti coloro che sono felici di riceverci come notizie o informazioni sul programma cinematografico di quest'anno e su come guardi i tuoi film preferiti. Speriamo di poter diventare il miglior partner per te nella ricerca di consigli per i tuoi film preferiti. Da noi è tutto, saluti! Grazie per aver guardato il video oggi. Spero che i video che condivido vi piacciano. Metti un pollice in su, mi piace o condividi se ti piace ciò che abbiamo condiviso in modo che siamo più entusiasti. Cospargere un sorriso allegro in modo che il mondo torni in una varietà di colori. Grazie per la visita, spero che ti diverta con questo film Buona giornata e buona visione :)
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La proprietà fondamentale del mondo è la molteplicità delle varianti in cui la realtà può manifestarsi. Esistono, in uno stato di possibilità, un numero virtualmente infinito di varianti di realtà: c’è quella in cui noi non esistiamo neppure, quella in cui siamo ricchi, quella in cui siamo poveri, quella in cui abbiamo scelto una vita monastica e quella in cui abbiamo scelto di diventare un manager d’azienda, e così via.
Possiamo chiamare “Spazio delle Varianti” quel campo informativo che contiene le informazioni di TUTTO ciò che è stato, è e sarà. Nella realtà fisica può manifestarsi una sola delle varianti possibili, tutte le altre restano in una dimensione potenziale, ma possiamo indurle a manifestarsi. Poiché ogni variante già esiste, è sempre esistita e sempre esisterà, il tempo che scorre come noi lo concepiamo non esiste, è piuttosto la coscienza dell’osservatore che si muove lungo una linea o l’altra dello spazio delle varianti.
Ognuno vive la propria variante, che si interseca con quelle degli altri. Si definisce “strato di realtà” tutto ciò che abbiamo portato a manifestarsi nella nostra vita. Ogni variante ha una sua struttura di base (lo “scenario”) e degli attributi (le “decorazioni”); una lieve modificazione della variante cambia solo le decorazioni (ad es. cambio la mia occupazione nell’azienda in cui lavoro), una modificazione importante può cambiare proprio lo scenario (ad es. cambio radicalmente lavoro).
L’energia di emozioni e pensieri permette di sintonizzarci con una variante specifica. In pratica l’energia che emettiamo ci allinea esattamente sulla variante che risuona con quelle precise frequenze e la porta a manifestarsi. Ecco perché ciascuno ottiene SEMPRE ciò che sceglie, il problema è che le scelte avvengono per lo più inconsciamente e sono spesso sintonizzate su vibrazioni di paura, conflitto, mancanza, determinando una vita che si muove su quei parametri di insoddisfazione.
Le varianti non possono essere modificate, però noi possiamo scegliere su quali vibrazioni sintonizzarci e, quindi, quale variante manifestare (“Ciò che scegliete si realizza sempre!”). E’ come quando ascoltiamo la musica alla radio; non possiamo cambiare la programmazione delle varie stazioni ma, se una musica non ci piace, possiamo cambiare stazione. L’unica, importante, differenza è che le stazioni radio sono limitate e potremmo non trovare la nostra musica preferita, mentre le varianti sono infinite e quindi contengono sicuramente la nostra variante ideale.
Secondo quanto appena espresso il destino attuale non si può cambiare. Possiamo però sempre scegliere una nuova linea di vita e, quindi, un nuovo destino. Il destino possiamo considerarlo effettivamente predeterminato, solo che di varianti di ogni destino ne esistono infinite.
Secondo Zeland il problema principale nella realizzazione dei propri desideri più autentici sta nella manipolazione che i “pendoli” attuano sugli esseri umani. I pendoli sono delle strutture energetiche (il concetto è analogo a quello di egregora) che prendono vita quando i pensieri di un gruppo di persone vanno nella stessa direzione, creando un flusso coerente che inizia a vivere di vita propria e ad assoggettare le persone ai propri scopi, al fine di autoperpetuarsi. Zeland li definisce pendoli perché oscillano su determinate frequenze ed hanno bisogno di continuare a vibrare su quelle frequenze per restare in vita … se nessuno li alimentasse si estinguerebbero.
Secondo Zeland ogni pendolo (un’ideologia, un partito politico, un movimento religioso, un club, una credenza di moda, ecc…) è distruttivo per sua stessa natura, perché sottrae energia a chi vi aderisce, cercando sempre di sottometterlo al proprio potere ed ai propri fini; fini che le persone scambiano per propri, al punto di arrivare a morire per una determinata ideologia. Il mondo come lo conosciamo è strutturato sui pendoli e non ne possiamo, quindi, fare a meno, è necessario però trovare quello che più ci corrisponde (altrimenti vivremmo in uno “stato di sospensione” dalla realtà).
Gli strumenti che i pendoli usano per assoggettare sono: paura, ansia, angoscia, diffidenza verso chi appartiene ad un altro gruppo, senso di colpa, senso del dovere. Mettendo il dito sulla giusta piaga il pendolo attinge all’energia degli individui. E’ essenziale comprendere che i pendoli attingono energia anche da chi li combatte! Pensateci bene: per far oscillare un’altalena non importa che la si spinga da un verso o dal verso opposto. Per non stare al gioco del pendolo dobbiamo quindi ignorarlo o reagire in un modo che non si aspetterebbe, “non adeguato” (reagendo, ad esempio, con entusiasmo invece che con sconforto, con gioia invece che con irritazione).
E’ molto importante comprendere che il lottare contro qualcosa è in realtà un alimentare quel qualcosa. Le frequenze di “amore per quel politico” o di “odio per quel politico” producono lo stesso risultato, cioè vanno tutte a nutrire quel determinato politico (come è citato nel film “The Secret” non è forse vero che spesso vincono le campagne elettorali le persone più controverse? Questo perché hanno concentrato tutta l’attenzione su di loro). E’ lo stesso principio per cui se dicessimo ad una scolaresca: “Adesso pensate agli elefanti” oppure: “Adesso non pensate agli elefanti” otterremmo il medesimo risultato e cioè che tutti i ragazzi avrebbero gli elefanti nella testa.
Tutto ciò che non vogliamo l’otterremo inevitabilmente, per questo è necessario fin da subito rinunciare alla lotta e al contrasto, accettando che esistono altre realtà e che ciascuno è libero di sceglierle e di viverle … noi semplicemente sceglieremo la nostra. Opporsi o giudicare ciò che non ci piace ha come unico risultato l’ottenerlo. E’ indispensabile imparare ad ignorare le provocazioni dei pendoli (che si prefiggono sempre di prendere energia da noi) ricordandoci, appunto, che sono solo delle provocazioni. Sviluppando l’attitudine di ricordare diventerà sempre più facile esserne immuni. Se una persona ci aggredisce o ci ostacola possiamo estinguere quel pendolo specifico visualizzando la persona in questione in uno stato di soddisfazione, immaginandolo immerso nella situazione che riteniamo possa esser la migliore per lui (estinzione del pendolo).
Per non farsi coinvolgere dai giochi dei pendoli è buona pratica imparare ad osservarsi dall’esterno, con distacco (Zeland lo definisce “darsi in affitto”). Ricordiamoci che qualunque situazione esiste già, dagli scenari peggiori ai migliori, noi dobbiamo solo scivolare su ciò che riteniamo più favorevole, senza giudicare niente, sintonizzando adeguatamente le nostre frequenze mentali. Non abbiamo il potere di creare o distruggere nulla, ma solo di portare qualcosa alla manifestazione o meno, per questo non abbiamo neppure il diritto di criticare il mondo per come è o di criticare le scelte degli altri; il farlo ci farebbe subito agganciare da qualche pendolo! E’ importante imparare a restare il più possibile neutri rispetto a ciò che non approviamo.
Dare eccessiva attenzione ad una situazione significa attribuirvi troppa importanza (nulla è importante di per sé, ma solo nella misura in cui noi lo vogliamo, ognuno – infatti – reagisce soggettivamente agli eventi e alle persone). Poiché nell’Universo tutto tende all’equilibrio, dare importanza ad una situazione significa creare un cosiddetto “potenziale superfluo”. Le forze equilibratrici interverranno inevitabilmente per abbatterlo! Ad es. elogiarsi troppo finirà per farci prendere una bella botta sul naso.
Lo scivolare in una linea delle varianti per noi positiva richiede allineare le nostre frequenze su ciò che ci piace e che ci procura benessere. Le persone, al contrario, solitamente amano esprimere la loro insoddisfazione per ciò che non va, amano lamentarsi, ed è così che costruiscono, mattone dopo mattone, il proprio inferno personale. Se cediamo alle provocazioni esterne indotti dai pendoli rischiamo anche di finire in un “passaggio indotto”, ovvero in una corrente che funziona da vortice aspirante, dove tutti coloro che vi si sintonizzano finiscono per avere il medesimo destino (cosa che accade, ad esempio, nelle catastrofi o nelle epidemie).
La corrente delle varianti, il flusso della Vita, contiene già la soluzione a tutti i problemi. La mente razionale, in costante agitazione, non può che ostacolare la risoluzione di un problema, mentre se impariamo ad affidarci al flusso e a non remare controcorrente le soluzioni arriveranno da sole (concetto espresso nel detto cinese: “Se hai un nemico siediti sulla sponda di un fiume ed aspetta. Prima o poi vedrai passare il suo cadavere!”). Spesso ci guidano nella linea delle varianti che contiene la soluzione ai nostri problemi dei segni conduttori (o segni premonitori o sincronicità) che possiamo cogliere nell’ambiente circostante. Sono dei segnali che ci lasciano l’impressione di un si o di un no rispetto a delle scelte che stiamo per fare, ascoltandoli sempre di più diventerà semplice fluire nella corrente delle varianti. Per discriminare se una scelta sia un segnale intuitivo inviato dall’Anima o un ragionamento più razionale è sufficiente ricordarsi questo: se abbiamo bisogno di convincerci che una data cosa è buona, significa che per l’Anima non è buona! Ciò che percepiamo intimamente buono non ha bisogno di alcun autoconvincimento. Il “Fruscio delle Stelle del Mattino” è una metafora della Voce dell’Anima ed è ciò che abbiamo bisogno di reimparare ad ascoltare!
Per ottenere una corretta gestione della nostra vita dobbiamo necessariamente rinunciare al bisogno razionale di controllare gli eventi. Rinunciando al controllo otterremo, paradossalmente, un controllo sulle situazioni maggiore di prima! Possiamo “mollare la presa” nella consapevolezza che esiste il flusso delle varianti che opera per noi e che ci porta ciò che abbiamo scelto!
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Tra febbraio e marzo del 1945, mentre le truppe alleate non sono avanzate rispetto alle posizioni occupate durante l'inverno,l'offensiva partigiana nell'Italia settentrionale si sviluppava con nuova forza.
25 aprile 1945: è l'insurrezione
È il 10 aprile quando la direzione per l'Italia settentrionale del partito comunista fa pervenire a tutte le organizzazioni politiche e formazioni militari partigiane la direttiva n. 16 dedicata all'insurrezione: “ l' offensiva sovietica sull' Oder e l'offensiva anglo-americana in Italia saranno gli atti finali della battaglia vittoriosa. Anche noi dobbiamo scatenare l'attacco definitivo. Non si tratta più solo di intensificare la guerriglia, ma di predisporre e scatenare vere e proprie azioni insurrezionali".
Alcuni giorni dopo il generale Clark (generale americano a dirigere le forze alleate in Italia) invia un messaggio ai partigiani raccomandando di restare sulle montagne e di non compiere azioni premature. Appena conosciuto il testo dei messaggio Togliatti scrive a Longo: "Il nuovo ordine del giorno del generale Clark è stato emanato senza l'accordo del governo né nostro. Tale ordine del giorno non corrisponde agli interessi del popolo. E nostro interesse vitale che l'armata nazionale e il popolo si sollevino in un'unica lotta per la distruzione dei nazifascisti prima della venuta degli alleati. Questo è indispensabile specialmente nelle grandi città, come Milano, Torino, Genova ecc., che noi dobbiamo fare il possibile per liberare con le nostre forze ed epurare integralmente dai fascisti. Prendete tutte le misure necessarie per la rapida realizzazione di questa linea, scegliete voi stessi il momento dell'insurrezione sulla base dello sviluppo generale della situazione sui fronti, sul movimento del nemico e sulla base della situazione delle forze patriottiche.”
Il popolo italiano aderisce con slancio all’appello: il 19 aprile i partigiani, guidati da Barontini, liberano Bologna e nella mattinata del 24 tutte le stazioni radio trasmettono questo messaggio “Il Comitato di liberazione nazionale dell'Alta Italia invita all'insurrezione in tutte le città e le province, per cacciare gli invasori e i loro alleati fascisti, e per porre le basi di una nuova democrazia, che sarà l'espressione della volontà popolare".
È l’insurrezione. Il giorno successivo vengono liberate Torino e Milano, e la maggior parte del nord Italia.
In questi giorni convivono, nel clima di generale euforia, la fiducia e i dubbi nei confronti del prossimo futuro, degli Alleati e del governo di Roma: ci si avvia a vivere un momento in cui l’uscita dall’incubo della morte, per essere sentita davvero come definitiva, chiede ancora dei morti. In questo senso, le organizzazioni partigiane aspirano ad una giustizia rapida ed esemplare, che permetta anche di “evitare l’errore di Roma per cui troppi fascisti girano ancora indisturbati per le vie dell’Urbe”.
Procedere all’epurazione è un bisogno sentito ed impellente, “l’epurazione dobbiamo farla adesso, chè dopo la liberazione non si fa più, perché in guerra si spara, finita la guerra non si spara più", la giustizia deve venire dal popolo, che da una parte continua a repellere la denuncia come metodologia di risoluzione, e che dall’altra parte spesso vede troppo lassismo da parte delle autorità.
Per molti anni la stampa revisionista ha parlato di 300000 uccisi nelle giornate di aprile, mentre nel 1952 il ministro dell’interno Scelba fornisce la cifra di 1732 epurati. Le stime concrete degli storici fanno invece ammontare il numero dei morti tra i dodici e i quinidicimila in tutto il nord Italia.
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Uno degli argomenti più dibattuti fra telegiornali e talk-show è quello relativo alle varie dichiarazioni di allerta meteo. Se ne sente parlare sempre più spesso, magari in relazione alla chiusura delle scuole o, purtroppo, a margine di una tragedia. Ma come funziona veramente il sistema di valutazione dei rischi, per quel che riguarda l’aspetto meteo-idrogeologico?
L’attuale sistema per la prevenzione dei rischi legati alle allerte meteo fa capo alla Protezione Civile. Nasce nel 2016, quando Protezione Civile e Regioni uniformano i loro metodi per la rilevazione del meteo.
È interamente basato sulla rete dei Centri Funzionali, un organismo composto da un Centro Funzionale Centrale (situato presso il Dipartimento della Protezione Civile) e da un gran numero di Centri Funzionali dislocati fra regioni e province italiane.
Ogni Centro Funzionale ha il compito di raccogliere e condividere con l’intera rete tutta una serie di dati e informazioni, relative alle condizioni atmosferiche, raccolte dalle sue piattaforme tecnologiche e dalla rete di sensori disposta sul territorio. Tutti i dati convergono poi nel “cervellone” del Centro Funzionale Centrale, che in base ad essi elabora la propria valutazione dei rischi.
Una volta che il Centro Funzionale Centrale ha elaborato i propri modelli, rilascia un bollettino, che classifica la probabilità di problematiche legate al clima secondo una scala con quattro valori. Il primo gradino di questa scala è contrassegnato dal colore verde, ed indica l’assenza di fenomeni significativi. Il secondo gradino, contrassegnato dal colore giallo, corrisponde ad un livello ordinario di rischio.
Ben più importanti sono il terzo e il quarto gradino. Il terzo è contrassegnato dal colore arancione, ed indica un rischio moderato. L’ultimo gradino della scala è contrassegnato dal colore rosso, ed indica un rischio elevato. In caso di allarme arancione o rosso, la Protezione Civile si mette in contatto con la o le Regioni coinvolte.
A loro volta le Regioni allertano province, comuni e prefetture. A questo punto i comuni diramano l’allerta meteo e partono le procedure previste dal protocollo. Si riunisce quindi il C.O.C. (Centro Operativo Comunale), il raggruppamento di tecnici ed autorità comunali che ha l’obbligo di monitorare il territorio e di interfacciarsi con la Protezione Civile in caso di danni o eventi disastrosi.
La decisione di chiudere scuole ed uffici spetta al sindaco, ma questo non è sempre vero
Ora che abbiamo ben chiaro come nasce un’allerta meteo, passiamo ad un altro aspetto molto importante legato a questo evento. Chi decide di chiudere scuole, uffici, metropolitane et cetera? Anche in questo caso si fa riferimento al livello di criticità del bollettino emesso dal Centro Funzionale Centrale.
In caso di allerta meteo arancione (quindi il livello 3 su 4) la decisione spetta autonomamente al sindaco, di concerto con i propri assessori. Alcuni comuni, però, equiparano l’allerta meteo arancione a quella rossa, togliendo la discrezionalità al sindaco.
Questo perché in caso di allarme rosso, appunto, la chiusura di scuole, uffici, palestre, mercati ed altro ancora diventa obbligatoria. Come detto, in questo caso la decisione non spetta più al sindaco ma diventa un obbligo di legge.
I dati a disposizione dei Centri Funzionali sono raccolti da stazioni meteorologiche e radar
Quindi tutto ciò che riguarda allerte meteo e problemi causati da eventi atmosferici è gestito, in gran parte, dal Centro Funzionale Centrale che, come detto in apertura, elabora i dati che gli arrivano dalle sedi regionali e provinciali.
Ma quali dati analizzano i Centri Funzionali Regionali, e come li ottengono? Sono principalmente due gli strumenti utilizzati per queste rilevazioni: le stazioni meteoidropluviometriche e la rete radar.
Dietro al complicatissimo nome di stazione meteopluviometrica si nasconde uno strumento in grado di effettuare continuamente misure meteo, e dopo trasmetterle. Su di essa sono montati un gran numero di sensori, capaci di rilevare la quantità di pioggia caduta, il livello dei fiumi, la temperatura, l’intensità del vento e la quantità di neve caduta.
Questi sensori rilevano i dati ad ogni intervallo di tempo, che può variare da ogni minuto ad ogni ora. Solitamente sono tarati per raccogliere i dati ogni mezz’ora. Una volta che i dati sono stati raccolti vengono poi “spediti” ai centri di raccolta. Alcune stazioni utilizzano la trasmissione via radio, altre quella satellitare, altre ancora utilizzano un sistema GSM/GPRS.
Il secondo strumento deputato a fornire dati ai Centri Funzionali è la rete radar. Il radar meteorologico è uno strumento di monitoraggio e sorveglianza, in grado di stimare la presenza di precipitazioni nell’atmosfera in tempo reale. Grazie a questa sua capacità, consente di seguire l’evoluzione di fenomeni atmosferici a brevissimo termine.
Il funzionamento del radar meteorologico è lo stesso dei normali radar. Viene irradiata un’onda elettromagnetica nell’atmosfera che interagisce con gli elementi presenti in essa. Grazie a questa caratteristica, il radar meteorologico può rilevare la presenza di idrometeore, cioè particelle d’acqua sia liquide che ghiacciate.
L’attuale rete di radar in forza alla Protezione Civile conta di 24 elementi operativi, con 8 di questi in funzione ventiquattro ore su ventiquattro. La rete radar, però, è in via di completamento e potrà contare presto su altri sei elementi, portando così il totale a 30.
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Pixel esaltati in radio da influencer che non li hanno mai provati: Google multata
Pixel esaltati in radio da influencer che non li hanno mai provati: Google multata
La FTC ha fissato la multa a 9,4 milioni di dollari. Google è stata accusata dalla Federal Trade Commission di pubblicità ingannevole assieme a iHeartMedia, società con base in Texas che controlla oltre 800 stazioni radio negli Stati Uniti. I fatti risalgono agli anni 2019 e 2020, la sanzione proposta è di 9,4 milioni di dollari. Non è certamente una cifra immensa per la società californiana –…
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Sensore per stazioni meteo Levenhuk Wezzer LS30
Sensore per stazioni meteo Levenhuk Wezzer LS30
Il Levenhuk Wezzer LS30 è un sensore remoto progettato per essere usato con il termoigrometro Levenhuk Wezzer BASE L80. Il sensore rileva i valori di umidità e temperatura nella postazione di installazione e trasmette i dati alla stazione base via collegamento radio. Le misure sono disponibili sullo schermo a colori, di facile lettura. Il sensore è equipaggiato con un indicatore di stato per…
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97 anni dopo una guerra nucleare globale che ha sconvolto il pianeta Terra, ciò che rimane del genere umano è una stazione spaziale, l'Arca, formata dalle 13 stazioni spaziali che si trovavano in orbita al momento del disastro. L'Arca ha leggi molto severe e chi trasgredisce viene punito con la morte per espulsione nel vuoto. Con l'aumento della popolazione e con il rapido deteriorarsi degli impianti di riciclo, i rappresentanti del governo decidono di inviare sulla Terra cento delinquenti. Questi giovani ragazzi intraprenderanno un viaggio molto pericoloso per cercare di ripopolare il Pianeta e creare una nuova comunità.
Jason Rothenberg
Creatore
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Film is a work of art in the form of a series of live images that are rotated to produce an illusion of moving images that are presented as a form of entertainment. The illusion of a series of images produces continuous motion in the form of video. The film is often referred to as a movie or moving picture. Film is a modern and popular art form created for business and entertainment purposes. Film making has now become a popular industry throughout the world, where feature films are always awaited by cinemas. Films are made in two main ways. The first is through shooting and recording techniques through film cameras. This method is done by photographing images or objects. The second uses traditional animation techniques. This method is done through computer graphic animation or CGI techniques. Both can also be combined with other techniques and visual effects. Filming usually takes a relatively long time. It also requires a job desk each, starting from the director, producer, editor, wardrobe, visual effects and others. Definition and Definition of Film / Movie While the players who play a role in the film are referred to as actors (men) or actresses (women). There is also the term extras that are used as supporting characters with few roles in the film. This is different from the main actors who have bigger and more roles. Being an actor and an actress must be demanded to have good acting talent, which is in accordance with the theme of the film he is starring in. In certain scenes, the actor’s role can be replaced by a stuntman or a stuntman. The existence of a stuntman is important to replace the actors doing scenes that are difficult and extreme, which are usually found in action action films. Films can also be used to convey certain messages from the filmmaker. Some industries also use film to convey and represent their symbols and culture. Filmmaking is also a form of expression, thoughts, ideas, concepts, feelings and moods of a human being visualized in film. The film itself is mostly a fiction, although some are based on fact true stories or based on a true story. There are also documentaries with original and real pictures, or biographical films that tell the story of a character. There are many other popular genre films, ranging from action films, horror films, comedy films, romantic films, fantasy films, thriller films, drama films, science fiction films, crime films, documentaries and others. That’s a little information about the definition of film or movie. The information was quoted from various sources and references. Hope it can be useful.
❍❍❍ TV FILM ❍❍❍ The first television shows were experimental, sporadic broadcasts viewable only within a very short range from the broadcast tower starting in the 1930s. Televised events such as the 1936 Summer Olympics in Germany, the 19340 coronation of King George VI in the UK, and David Sarnoff’s famous introduction at the 2014 New York World’s Fair in the US spurred a growth in the medium, but World War II put a halt to development until after the war. The 19440 World MOVIE inspired many Americans to buy their first television set and then in 1948, the popular radio show Texaco Star Theater made the move and became the first weekly televised variety show, earning host Milton Berle the name “”Mr Television”” and demonstrating that the medium was a stable, modern form of entertainment which could attract advertisers. The first national live television broadcast in the US took place on September 4, 1951 when President Harry Truman’s speech at the Japanese Peace Treaty Conference in San Francisco was transmitted over AT&T’s transcontinental cable and microwave radio relay system to broadcast stations in local markets. The first national color broadcast (the 1954 Tournament of Roses Parade) in the US occurred on January 1, 1954. During the following ten years most network broadcasts, and nearly all local programming, continued to be in black-and-white. A color transition was announced for the fall of 1965, during which over half of all network prime-time programming would be broadcast in color. The first all-color prime-time season came just one year later. In 19402, the last holdout among daytime network shows converted to color, resulting in the first completely all-color network season.
❍❍❍ formats and genres ❍❍❍ See also: List of genres § Film and television formats and genres Television shows are more varied than most other forms of media due to the wide variety of formats and genres that can be presented. A show may be fictional (as in comedies and dramas), or non-fictional (as in documentary, news, and reality television). It may be topical (as in the case of a local newscast and some made-for-television films), or historical (as in the case of many documentaries and fictional MOVIE). They could be primarily instructional or educational, or entertaining as is the case in situation comedy and game shows.[citation needed] A drama program usually features a set of actors playing characters in a historical or contemporary setting. The program follows their lives and adventures. Before the 1980s, shows (except for soap opera-type serials) typically remained static without story arcs, and the main characters and premise changed little.[citation needed] If some change happened to the characters’ lives during the episode, it was usually undone by the end. Because of this, the episodes could be broadcast in any order.[citation needed] Since the 1980s, many MOVIE feature progressive change in the plot, the characters, or both. For instance, Hill Street Blues and St. Elsewhere were two of the first American prime time drama television MOVIE to have this kind of dramatic structure,[4][better source needed] while the later MOVIE Babylon 5 further exemplifies such structure in that it had a predetermined story running over its intendevd five-season run.[citvatio””&n needed] In 1607, it was reported that television was growing into a larger component of major media companies’ revenues than film.[5] Some also noted the increase in quality of some television programs. In 1607, Academy-Award-winning film director Steven Soderbergh, commenting on ambiguity and complexity of character and narrative, stated: “”I think those qualities are now being seen on television and that people who want to see stories that have those kinds of qualities are watching television.
❍❍❍ Thanks for everything and have fun watching❍❍❍ Find all the movies that you can stream online, including those that were screened this week. If you are wondering what you can watch on this website, then you should know that it covers genres that include crime, Science, Fi-Fi, action, romance, thriller, Comedy, drama and Anime Movie. Thank you very much. We tell everyone who is happy to receive us as news or information about this year’s film schedule and how you watch your favorite films. Hopefully we can become the best partner for you in finding recommendations for your favorite movies. That’s all from us, greetings! Thanks for watching The Video Today. I hope you enjoy the videos that I share. Give a thumbs up, like, or share if you enjoy what we’ve shared so that we more excited. Sprinkle cheerful smile so that the world back in a variety of colors.
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CONTRO GLI STREGONI DEL NO 5G
· Si diffonde il movimento che si oppone alla nuova tecnologia delle telecomunicazioni. Perché c’è ancora chi tenta di leggere la complessità del reale con gli strumenti del pensiero magico e non con quelli del metodo scientifico. E trova una politica pronta a sostenerlo.
Di Federico Ronchetti dottore di ricerca presso l’Istituto nazionale di fisica nucleare, attualmente responsabile delle operazioni dell’esperimento Alice al Cern. Ha ottenuto la qualifica di esperto in radioprotezione presso l’istituto di radiofisica del Centro ospedalieri di Losanna.
Nietzsche pensava che il nemico della verità non fosse la menzogna ma la convinzione: credo sia una delle migliori definizioni operative possibili di bias cognitivo: ossia uno di quegli stati psicologici in cui la persona ha già deciso, secondo modalità speso inconsapevoli, di credere a determinate affermazioni che sente come proprie convinzioni, indipendentemente da qualsiasi riscontro fattuale. Oggi non occorre fare riflessioni di filosofia morale per rendersi conto che le società democratiche sono drammaticamente esposte al pericolo di dipendere da un’opinione pubblica incapace di decodificare la complessità del reale usando gli strumenti cognitivi tipici del pensiero razionale e del metodo scientifico e non quelli del pensiero irrazionale e magico.
Arthur C. Clarke, lo scrittore di fantascienza autore di “2001, Odissea nello Spazio” (che era anche un fisico-matematico) affermava che “qualunque tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia” e probabilmente il problema che si sta presentando alla nostra società in questa fase prende le mosse da questa constatazione di Clarke.
Fronti antisistema come No Tav (No Tap, No Triv) e No Vax, già attivi da diversi anni, rappresentano il fallimento pratico della società italiana nel formare cittadini-elettori in grado di applicare i principi di base della logica induttivo-deduttiva tipici del pensiero strutturato. In questi mesi, inoltre, sta venendo allo scoperto un nuovo movimento antagonista che ha occupato la scena e catalizzato (non solo in Italia) una forte opposizione ad alcune decisioni che hanno un valore strategico per lo sviluppo economico e sociale del paese: il movimento Stop 5G, che ostacola, spesso con il supporto incomprensibile delle amministrazioni locali, l’installazione delle infrastrutture per la rete mobile digitale 5G.
Evoluzione del 4G, il 5G è un protocollo software che permette un aumento delle prestazioni della rete mobile grazie a latenze minori.
Evoluzione del 4G, il 5G è più un protocollo software che una “nuova tecnologia” e permette un aumento delle prestazioni della rete mobile grazie a latenze minori ed ottimizzabili con tecniche di partizione della banda (slicing) e trasferimento dati fino 20 GB/s in download. Molte stazioni radio-base 4G di ultima generazione possono essere upgradate al 5G mediante un aggiornamento software.
L’opposizione al 5G in quanto “nuova e potenzialmente pericolosa tecnologia” era già in essere prima della pandemia perché, anche se infondate per ogni uso in circostanze normali e ragionevoli, le preoccupazioni per gli effetti fisiologici delle onde elettromagnetiche rappresentano una costante da decenni. Tuttavia è innegabile che la pandemia abbia svolto un ruolo di catalizzatore di queste paure proprio in quegli strati della popolazione che sarebbero invece più avvantaggiati dall’avere collegamenti digitali veloci e stabili in aree bianche, rurali o spopolate. Colmare il cosiddetto digital divide usando tecnologie versatili come il 5G consentirà varie forme di telelavoro e servizi digitali. Le telecomunicazioni giocheranno un ruolo sempre più essenziale per la tenuta sociale e lo sviluppo in un paese che probabilmente dovrà continuare a praticare il distanziamento fisico proprio a causa del post pandemia. E’ ovvio che didattica, medicina, servizi saranno sempre più virtuali, quindi le aree del paese che già oggi sono sottosviluppate rischiano semplicemente di essere tagliate fuori e collassare se non vengono connesse. A causa della incapacità di applicare il principio di causa ed effetto, sono proprio le persone che più beneficerebbero di una certa opzione a schierarsi fortemente contro quell’opzione. Nel caso delle telecomunicazioni il fenomeno sta prendendo addirittura la forma di una sorta di “Alleanza contro il 5G” che annovera al momento circa 500 sindaci, anche di città medio-grandi del Nord e del Sud. Queste amministrazioni emanano delibere, create in serie con un copia-eincolla di affermazioni infondate e complottiste, che mirano a bloccare l’installazione di impianti con tecnologia 5G.
Le motivazioni dell’opposizione al 5G sono varie e fantasiose: le più strampalate associano la comparsa del Sars-Cov-2 (ovviamente creato in laboratorio) con la necessità di installare surrettiziamente gli impianti 5G in giro per il mondo (epicentro del complotto sarebbe la città di Wuhan), fino alle più classiche preoccupazioni sull’uso delle frequenze nel campo delle microonde che sarebbero in grado di cuocere il cervello delle persone e far strage di uccelli e insetti.
Colmare il cosiddetto digital divide usando tecnologie versatili come il 5G consentirà varie forme di telelavoro e servizi digitali
Come nota di colore, ma non troppo, è facile trovare sul Web vecchi articoli dal tono allarmistico riguardanti anche i primi tv a colori a tubo catodico, i piani di cottura a induzione e le auto elettriche ibride e plug-in (i motori elettrici emettono microonde) la cui circolazione andrebbe soggetta a blocco se i sindaci che aderiscono al movimento Stop 5G fossero davvero coerenti con l’applicazione del cosiddetto “principio di precauzione” invocato per giustificare ordinanze e delibere. In questo articolo non intendo soffermarmi troppo sui principi fisici che governano le onde elettromagnetiche e la loro interazione con la materia, ho già trattato questi argomenti su Twitter in modo abbastanza esteso.
Il principio di precauzione si applica solo a casi in cui i rischi siano impossibili da valutare perché manca una base di dati consolidata. Fasce di popolazione già svantaggiate vedranno aumentare il divario che le separa dai loro concittadini che hanno invece accesso a certe tecnologie
Voglio solo richiamare l’attenzione sul fatto che dal punto di vista degli effetti biologici la radiazione (definita come energia che si sposta da un punto all’altro dello spazio) si divide in due grandi categorie: radiazioni ionizzanti e non ionizzanti. Le radiazioni ionizzanti trasportano abbastanza energia per danneggiare atomi e molecole (quindi anche i tessuti biologici) alterandone la struttura e quindi la chimica. Le radiazioni ionizzanti sono quindi potenzialmente cancerogene. Viceversa, le radiazioni non ionizzanti non hanno abbastanza energia per produrre questi effetti. Le onde elettromagnetiche usate nelle telecomunicazioni non sono ionizzanti perché la loro frequenza è troppo bassa (per avere effetti ionizzanti occorre andare ben oltre i segnali radio e arrivare oltre le frequenze ottiche, nel regime dell’ultravioletto). Un’altra cosa che preoccupa molto i movimenti Stop 5G sono le potenze in gioco che però sono molto basse. Probabilmente il fatto di usare il termine microonde attiva associazioni mentali arbitrarie: la potenza di un forno a microonde è dell’ordine del kiloWatt (concentrata in un volume di qualche decina di decimetri cubi) mentre quella dei segnali 5G/4G che raggiungono gli utenti è dell’ordine di qualche milliWatt: tra i due regimi c’è un fattore quasi un milione.
La digressione tecnica porta a una valutazione di carattere generale perché il costituirsi dell’Alleanza dei sindaci contro il 5G solleva una questione di principio sul tipo di cultura politico-amministrativa che esiste in Italia. In altre parole: è accettabile che un amministratore pubblico (che può consultare personale tecnico qualificato a livello comunale o regionale) ignori fatti scientificamente accertati, tecnicamente verificati e verificabili e prenda decisioni senza alcuna base razionale, producendo delibere usando volantini complottisti ciclostilati, in ossequio a un fantasmatico principio di precauzione? I decisori pubblici di ogni ordine e grado sarebbero tenuti ad ascoltare i propri tecnici e a decidere ciò che è meglio per i cittadini in base a dati e valutazioni forniti loro dagli esperti, senza invocare vaghi principi che suonano più come pretesti. Il principio di precauzione si applica solo a casi in cui i rischi siano impossibili da valutare perché manca un’esperienza pregressa e una base di dati consolidata e non è il caso dell’esposizione della popolazione alle onde elettromagnetiche alle frequenze usate per le telecomunicazioni. Il risultato finale di questo modo di procedere è, come si diceva, che fasce di popolazione già svantaggiate vedranno aumentare il divario che le separa dai loro concittadini che hanno invece accesso a certe tecnologie. Considerazioni simili si applicano al livello legislativo nazionale. Ad esempio, i limiti italiani di emissione media sulle 24h per il campo elettrico sono ultra-conservativi: 6 V/m contro i 61 V/m definiti dall’EU (che già sono 50 volte inferiori alla soglia di sicurezza stabilita dall’ICNIRP). Questa scelta timorosa fatta dal legislatore italiano svariati anni fa, forse per scarsa comprensione della materia, è stata anche oggetto di critica nel cosiddetto Piano Colao. Un limite così rigido è infatti controproducente in quanto obbliga spesso gli operatori a tappezzare i territori di stazioni radio-base meno performanti mentre in alcuni casi ne basterebbero probabilmente un numero inferiore ma più potenti. Occorre mettere limiti sensati (alcuni paesi Ue adottano 40 V/m) in modo da dare agli operatori flessibilità nel coprire le aree di un paese come l’Italia che è molto diversificato a livello architettonico e di territorio. Una scarsa copertura rischia di vanificare i vantaggi della tecnologia 5G e paradossalmente finisce per domandare una maggiore potenza emessa dalle antenne degli smartphone per compensare il basso segnale della radio-base traducendosi in una maggiore esposizione che era ciò che si voleva evitare col limite ultra-conservativo.
La questione legata al 5G rischia di passare dal livello locale a quello nazionale, esattamente come accadde per la Tav o i vaccini. In futuro questioni in cui una valutazione tecnico-scientifica non banale sarà richiesta alla classe dirigente del paese saranno sempre più frequenti. Come scienziato e fisico, per esempio, credo che la costruzione di un grande acceleratore di particelle di nuova generazione sia una scelta strategica per il rilancio del paese. Un collider che fosse capace di produrre fisica di frontiera, oltre che riportare il paese ai vertici scientifici internazionali, sarebbe in grado di generare un indotto economico enorme a livello di commissioni non solo per le industrie che fanno alta tecnologia ma anche per il tessuto economico e produttivo in cui verrebbe innestato. Uno studio del 2019 commissionato dalla European Physical Society stima che l’output economico delle industrie che utilizzano le competenze sviluppate nell’ambito della ricerca e sviluppo in fisica ammonta al 12 per cento del totale per l’Unione europea, ossia 1.450 miliardi di euro l’anno. E’ una cifra decisamente superiore a settori ritenuti comunemente molto redditizi come il commercio (4.5 per cento), le costruzioni (5.3 per cento) e i servizi finanziari (5.3 per cento). Queste cifre servono a dare un’idea dell’importanza strategica degli investimenti in infrastrutture scientifiche a livello economico e sociale. In passato, in effetti, si era pensato di costruire un acceleratore di questo tipo presso l’area di Tor Vergata a Roma. Grazie alla presenza dei centri di ricerca di Frascati, l’intera zona avrebbe il potenziale per trasformarsi in un vero e proprio distretto tecnico-scientifico in cui la ricerca di base, quella applicata e il trasferimento tecnologico verso industrie già (o ancora) presenti nella cosiddetta “Tiburtina Valley” potrebbe svilupparsi al massimo grado. Tuttavia, il progetto di questa macchina acceleratrice è stato ridimensionato varie volte e poi annullato. Ma anche mettendo da parte per un momento le sommarie valutazioni economico-scientifiche qui formulate, come potrebbe essere rilanciato e realizzato questo “Cern italiano” quando il paese non riesce a costruire una ferrovia o a installare delle antenne per comunicazioni cellulari?
Evidentemente, il flusso continuo di informazioni e nozioni che provengono dal web e da una moltitudine di canali informativi (come i social) ha travolto chi non era equipaggiato ad assorbire e attribuire senso a questo bombardamento cognitivo. L’ approccio scientifico alla realtà, la sua capacità di stabilire attraverso processi di induzione deduzione verità relative che si sostengono vicendevolmente, guadagnando consistenza a ogni passaggio, come un edificio ben progettato e costruito, ha portato a un controllo crescente dell’ambiente circostante ed è stato il principale fattore di aumento del benessere, rappresentando sempre più un elemento chiave di sviluppo delle società avanzate.
Pur godendo di un benessere materiale e morale che poggia quasi interamente sull’applicazione del paradigma tecnico-scientifico, dobbiamo fronteggiare un tremendo deficit di conoscenza scientifica diffusa, che rischia di arrivare a minare l’esercizio di una democrazia effettiva
Pur godendo, ogni giorno della nostra vita, di un benessere materiale (evidente) e morale che poggiano quasi interamente sull’applicazione del paradigma tecnico-scientifico, ci troviamo a dover fronteggiare un tremendo deficit di conoscenza scientifica diffusa, che rischia di arrivare a minare l’esercizio di una democrazia effettiva.
Molte delle scelte, per esempio in caso di referendum, e delle valutazioni, come quelle relative al giudizio sull’operato dei governi, che sono poste di fronte ai cittadini-elettori, devono essere esercitate nel contesto di un mondo totalmente interconnesso plasmato da fattori tecnico-scientifici che necessitano di essere compresi e condivisi dal maggior numero possibile di persone. Nella società odierna, la mancanza di una cultura scientifica di base tende a creare compartimenti stagni in cui il diritto di ognuno a far valere la propria opinione è invalidato dalla mancanza di un giudizio consapevole, che è cosa diversa dall’essere “informati”. L’informazione, da sola, non crea consapevolezza e non garantisce protezione rispetto ai condizionamenti che puntano alla distorsione o iper-semplificazione della realtà innestandosi su una serie sempre maggiore di bias cognitivi. Inoltre, oggi fronteggiamo una situazione in cui settori disgiunti (spesso minoritari) della società si polarizzano, a volte anche in modo oltranzista, su specifiche questioni (single issues).
I social network giocano un ruolo cruciale nel rafforzamento delle convinzioni di queste minoranze, consentendo di superare i vincoli geografici, se ce ne sono, e permettendo ai vari gruppi di consolidare la fiducia in se stessi data dal riconoscersi a vicenda e dalla consapevolezza di non essere i soli a “pensarla in un certo modo”. L’ignoranza, infatti, è vissuta come uno stato pristino e il rifiuto della competenza degli esperti in favore di certe categorie astratte, tipo l’“onestà” o il “naturale” serve a evitare ogni contaminazione dello stato d’innocenza primigenio che permette di vedere le cose come sono “veramente” senza i paraocchi che il “sistema” ci costringe a indossare: in questo modo si costruisce un sistema para-logico in grado di smontare qualsiasi prova fattuale e di dimostrare con una serie di salti logici qualsiasi tesi, anche la più fantasiosa: la verità viene sottomessa alla convinzione cui fa rifermento Nietzsche, e trasformata in quello che oggi chiamiamo “verità alternativa”.
Le verità alternative tendono a proliferare non appena le cose vanno molto storte e la recente pandemia di Covid-19 rappresenta la tempesta perfetta. I già labili argini della logica induttiva-deduttiva vengono meno e l’irrazionalità dilaga anche in territori che prima erano considerati al riparo. Le spiegazioni più assurde come virus biologici che viaggiano grazie alle onde del 5G o esposizioni a onde elettromagnetiche atte a modificare il Dna della “gente” per qualcuno possono apparire sensate o realistiche e costituire un problema o un pericolo da cui difendersi e contro cui mobilitarsi.
Il sottile velo del razionalismo, che accoglie agevolmente sotto la sua ala le faccende della vita di tutti i giorni, viene immediatamente stracciato quando si tenta di proiettare nel sociale un’idea di come funziona il mondo. Il pensiero magico, mai veramente sconfitto, è comunque sempre
presente nella rappresentazione che le persone si fanno della realtà che è, a ben guardare, anche in condizioni ordinarie, popolata da stregoni: il medico che promette una dieta che fa vivere fino a 150 anni, il politico che promette di risolvere problemi globali in qualche mese e l’onnipresente astrologo che non ne azzecca una ma non manca mai. Non a caso, in Italia il fatturato dell’occulto è ragguardevole ed è stimato in 8 miliardi di euro all’anno. Alla scienza in quanto tale si chiede, anche da parte della classe dirigente, di trasformarsi in magia e “risolvere subito” i problemi (veri o presunti) facendoli sparire o, in subordinata, di fornire la formuletta precisa e pronta per essere recitata dal cittadino o dal decisore politico.
I No Vax sono stati il primo gruppo a rivendicare il diritto della scelta di un singolo, in nome di una loro speciale verità alternativa, di esercitare un impatto negativo sulla società nel suo insieme dovuto al non vaccinarsi o al non vaccinare i propri bambini. E hanno ottenuto un endorsement politico.
Nel lungo termine, il continuo esercizio del pensiero irrazionale e magico finisce per danneggiare la società nel suo insieme partendo proprio dai suoi strati più deboli, sia a livello economico che cognitivo (anche le la correlazione tra le due condizioni non è totale) e finendo poi per contaminare anche le persone più istruite. Un macro-esempio, ormai chiaramente decrittato, di questo meccanismo infernale, è sotto gli occhi di tutti ed è rappresentato dalla Brexit: l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea. Le tesi che sono state portate a favore del Leave erano palesemente assurde e basta andare a ripescare gli spot pro Leave dell’epoca per rimanere sconvolti dall’insipienza degli argomenti e dal totale fallimento dell’applicazione del principio di causa ed effetto, che è una delle definizioni più accurate possibili della stupidità (personale o collettiva). Grazie a una montante isteria, alimentata dalla manipolazione attraverso i social network è stata scelta con convinzione una falsa soluzione a un falso problema che sta danneggiando proprio coloro che la sostenevano più accanitamente e che paradossalmente erano più tutelati e avevano più beneficiato dello stato di cose precedente (l’appartenenza all’Ue).
Ma Brexit è stato il primo grande bubbone di una malattia cognitiva che si aggira nelle società occidentali da decenni. All’estero come in Italia, ci sono state molte avvisaglie di queste dissonanze cognitive legate a questioni apparentemente circoscritte a determinati campi ma in realtà spie dello spostamento di paradigma che andava preparandosi per il salto di livello e che ha finito per investire anche la sfera politica. Ripercorrendo alcune tappe della realtà internazionale e italiana ricordiamo, nel campo della fisica, la bufala sulla fusione fredda e quella più nostrana sul piezo-nucleare che fu addirittura invocato per invalidare la datazione al C14 del tessuto della Sindone. La medicina è un campo pure molto soggetto a suggestioni (anche perché i malati sono soggetti chiaramente psicologicamente fragili): gli esperti vengono facilmente dipinti come scienziati cattivi (apprendisti stregoni) al soldo delle multinazionali che sfruttano le persone malate facendo esperimenti senza scrupoli. Ricordiamo la questione del “siero di Bonifacio”, un miscuglio di feci e urina di capra che avrebbe avuto azione anti cancro (il paralogismo si base sul fatto che le capre sembrano poco soggette ai tumori). In seguito sono arrivate le “cure” Di Bella e Stamina. Il salto di qualità in questo campo è avvenuto proprio col movimento No Vax che si aggirava furtivo per i meandri della società italiana almeno dai primi anni 2000. I No Vax sono stati il primo gruppo a rivendicare il diritto della scelta di un singolo, in nome di una loro speciale verità alternativa, di esercitare un impatto negativo sulla società nel suo insieme dovuto al non vaccinarsi o al non vaccinare i propri bambini.
La cosa sorprendente è che queste posizioni hanno avuto un endorsement, a volte esplicito altre volte furbamente ambiguo, da parte di alcuni politici nel tentativo di capitalizzare il consenso di questo gruppo giudicato evidentemente consistente dal punto di vista elettorale. Qualcosa di simile potrebbe accadere ora con il movimento Stop 5G, che infatti sembra aver già trovato rappresentanza, almeno a livello locale. Ora, dopo un periodo rocambolesco, molte polemiche e diverse battaglie perse (a mio avviso non risolutive), i gruppi No Vax ora sono alla finestra. La mia personale convinzione è che torneranno all’attacco nel momento in cui sarà disponibile una vaccinazione contro la Covid-19 ponendo così la politica e la società nel suo insieme di fronte a scelte difficili. La paura del Nuovo, quasi sempre infondata come dimostra la Storia, si estende facilmente alle nuove infrastrutture quasi sempre viste come un esproprio e mai come necessarie alla creazione di ricchezza e nuove opportunità (specie per i giovani) in un mondo globalizzato.
Il problema, prima di essere politico, tecnico o economico, è pre-politico. La pandemia ha mostrato uno spettacolo inquietante in cui la politica locale e nazionale è stata lenta a capire (non poteva essere altrimenti viste le carenze cognitive) e ancora più lenta e impacciata nell’agire perché incapace di decodificare la gravità della situazione e di ascoltare le indicazioni degli esperti (non essendo semplici formule magiche). Il tradizionale andamento della politica, essenzialmente un grande volano di dichiarazioni polemiche che lentamente e ciclicamente si scarica e riparte senza trasferire energia al sistema si è letteralmente avviluppato su se stesso chiaramente scardinato dalla portata dell’evento pandemico.
Purtroppo però, situazioni di shock per i nostri sistemi sociali ed economici potrebbero ripetersi molto presto, anche se non saranno pandemie: presto avremo sistemi di intelligenza artificiale in grado di effettuare diagnosi mediche e operazioni chirurgiche in modalità autonoma. Avremo a che fare con automobili a guida autonoma che potrebbero dover prendere decisioni critiche in caso di incidente stradale o badanti robotiche per anziani infermi e malati di Alzheimer. Scenari come questi sconvolgeranno non solo il nostro sistema economico ma anche l’etica e il sistema legale perché bisognerà attribuire delle responsabilità per le azioni intraprese dai sistemi autonomi. Le sfide del cambiamento climatico, dell’approvvigionamento energetico, la produzione di cibo da allevamenti e colture intensivi sono ampiamente dibattute ma in modo superficiale e ideologico mentre andrebbero anch’esse affrontate in modo scientifico, senza trasformare l’ambiente in una nuova divinità.
L’impressione generale è quindi che il paese non sia affatto pronto per quello che sta per arrivare, non tanto da un punto di vista economico o industriale (dove è sempre possibile intervenire quando lo si voglia veramente) ma sia culturalmente impreparato perché incapace di uscire da una visione irrazionale e magica della propria storia e del mondo mentre è urgentissimo che si doti degli strumenti cognitivi che consentano il funzionamento del pensiero razionale e scientifico che ha, in un paio di secoli, radicalmente modificato ogni campo del sapere umano, anche oltre il dominio delle scienze esatte. Medicina, biologia, scienze sociali e scienze economiche si avvalgono tutte, sebbene in diversa misura, di metodologie e/o tecnologie derivate dalla ricerca scientifica ed è quindi molto rischioso che la classe dirigente di un paese si dimostri indifferente, annoiata o persino sospettosa nei confronti della scienza mentre ogni cittadino, paradossalmente, divora tecnologie derivate dall’applicazione su vasta scala della ricerca tecnicoscientifica che però finiscono per essere percepite come estranee, invasive e da contrapporre ad una natura benigna e mitizzata.
Molto del nostro benessere attuale deriva semplicemente da maggiore igiene, vaccini, una manciata di farmaci e dal fatto che le macchine effettuano molti lavori pesanti al posto nostro. Queste condizioni ci hanno svincolati dalla pressione selettiva dell’ambiente le cui variazioni incontrollate erano fonti di crisi economiche, carestie e guerre. Tuttavia la psicologia della “gente” è rimasta totalmente disconnessa dall’immane cambio di paradigma dovuto a questa rivoluzione cognitiva e metodologica. La maggioranza delle persone tenta ancora di interpretare il mondo con categorie che appartengono a un tempo che non esiste più, come anima e destino se consideriamo lo spazio psichico oppure deplora il fatto che viviamo in modo innaturale senza ricordare il fatto che quando si viveva in modo “naturale” l’aspettativa di vita media era sui 40 anni. Nello spazio fisico le categorie mitizzate equivalenti sono quelle della località e della prossimità: ci si illude che le nostre vite dipendono solo dai “primi vicini” quando invece, come abbiamo visto, qualcosa che accade in un mercato cinese può sconvolgere la nostra vita quotidiana in poche settimane.
Dal dopoguerra a oggi la società italiana e occidentale ha avuto un certo successo nel creare ricchezza diffusa, ma appare chiaro che qualcosa non ha funzionato nella creazione di una consapevolezza diffusa specie riguardo le basi del pensiero scientifico e razionale. Molte persone semplicemente non hanno mai avuto gli strumenti cognitivi per decodificare la realtà, ma il problema è emerso nella sua drammaticità solo quando la complessità ha superato un certo livello oltre il quale è diventata ingestibile dal punto di vista cognitivo. Molti accusano i social network della destrutturazione del pensiero ma sembra un punto di vista riduttivo, indotto dalla coazione a ripetere la massima di Umberto Eco per cui i social hanno dato voce a legioni di imbecilli. In realtà il processo degenerativo era già iniziato da molti anni a causa di problemi mai risolti nel sistema scolastico e alla sclerotizzazione della cultura intesa come tempio da difendere contro ogni forma di modernità. Da anni, in Italia, gli intellettuali (o presunti tali) sono impegnati nella difesa delle rovine del Tempio della Cultura ormai vuoto e mentre si trastullavano in ciò, non si sono accorti di quello che stava accadendo “là fuori”. Chiaramente, non stiamo invocando una società fatta esclusivamente di scienziati, ingegneri o matematici e dove i primi ministri abbiano un dottorato in chimica quantistica come Angela Merkel. Al contrario, le nozioni di matematica, fisica e chimica che si studiano al liceo sarebbero già sufficienti a pensare in modo razionale e non “magico”: un liceale di oggi ha potenzialmente a disposizione la conoscenza accumulata dal genere umano in millenni, ma mancano gli strumenti cognitivi necessari a processare queste conoscenze per applicarle in modo corretto.
Vivere e lavorare in un mondo dominato dai paradigmi di scienza e tecnologia che non escludono l’immateriale e l’immaginario ma li concepiscono in modo diverso e dove il pensiero magico fallisce sempre, provoca un senso di estraniamento e una frustrazione profonda. La sensazione di impotenza del cittadinoelettore di fronte alla complessità del mondo globalizzato e così plasmato prende due strade: il rifiuto, modulato con vari gradi di contraddittorietà, delle tecno-scienze in nome di una perduta “naturalità” basata sulla falsa assunzione che l’Uomo si stia allontanando dal “Creato” vilipeso dalle stesse attività umane; oppure il tuffo in un consumismo bulimico delle opportunità materiali e morali che la tecnosocietà mette a disposizione praticamente di chiunque. Entrambe queste reazioni, che possono anche coesistere nello stesso individuo, finiscono per definire una sorta di “stato di minorità”. In un contesto sociale “liquido” (à la Bauman), percepito solamente come creatore di entropia, in continuo e disordinato movimento, ci si difende con rivendicazioni identitarie senza vera sostanza, invocate solo per colmare un vuoto quasi sempre solo percepito, che finisce per essere poi oggettivato a livello sociale e divenire terra di contesa per nazionalismi, verità alternative e teorie del complotto che si pongono appunto come un surrogato di identità (noi siamo quelli che sono contro qualcosa, noi contro di loro).
Questa miscela pericolosa, potenzialmente esplosiva, è agitata anche dall’informazione mainstream che, dominata da logiche stringenti, non è affatto interessata alla scienza né agli scienziati a meno che la prima possa essere presentata come magia. Non voglio tuttavia risparmiare gli stessi scienziati dalla critica. Spesso siamo noi ricercatori ad alimentare i cliché che ci riguardano e pensiamo di poterci proporre al pubblico senza adattare il nostro modo di comunicare. Il problema è molto grave specie per quello che riguarda la gestione dei social media in ambito scientifico. L’impatto dei social è estremamente potente e viste le limitazioni dell’approccio classico alla divulgazione scientifica, in cui il giornalista non svolge il ruolo di intermediazione perché spesso fallisce lui stesso nell’applicare le basi del pensiero scientifico, l’unica strada che rimane alle istituzioni scientifiche e ai singoli ricercatori è quella di instaurare un rapporto diretto con la società.
Per invertire tutti questi processi è necessario anche un cambio di paradigma all’interno della stessa ricerca scientifica. Un aumento dei finanziamenti per la ricerca di base e applicata, come proposto in questi giorni dal prof. Ugo Amaldi già a partire dal 2021, per proseguire fino ad arrivare ad impegnare l’1,1 per cento del pil nel 2026 (che è quello che la Germania spende già oggi) è un primo e fondamentale passo. Allo stesso tempo occorre però svincolare la ricerca scientifica dalle logiche della Pubblica amministrazione rendendo possibile un rapporto organico e disciplinato tra ricercatori e industrie per facilitare il trasferimento tecnologico e la creazione di startup.
La sensazione di impotenza del cittadino-elettore di fronte alla complessità del mondo globalizzato prende due strade: il rifiuto delle tecno-scienze in nome di una perduta “naturalità”; oppure il tuffo in un consumismo bulimico delle opportunità materiali e morali che la tecno-società mette a disposizione
Solo con un impegno massiccio in istruzione e ricerca a tutti i livelli sarà possibile trasformare la nostra società “liquida”, entropica e bulimica, narcisistica ma codarda, che venera il passato ma è priva di ambizioni e voglia di futuro, in una società della conoscenza in grado di reagire in modo collettivo e non livellante agli shock prossimi venturi e finalmente di proiettarsi in avanti.
Il paradigma collaborativo globale incarnato dalla ricerca scientifica odierna, in cui decine di migliaia di persone di nazionalità, sesso, età e fede religiosa diverse, accantonano le loro differenze per concentrarsi sul comune obiettivo di portare avanti la frontiera della conoscenza umana, fornisce un prototipo di un nuovo umanesimo scientifico in cui il valore della collaborazione è prevalente rispetto alla competizione e l’autorevolezza prevale sull’autorità. Questo tipo di comportamento sociale potrebbe essere la chiave per il passaggio dalla società liquida, incoerente ed entropica, a una sorta di “società superfluida”, collettiva e resiliente.
Qualcosa del genere accade in fisica quando un materiale passa dallo stato liquido, caratterizzato da entropia e attriti, a uno stato superfluido, altamente ordinato, senza viscosità ed entropia in grado reagire istantaneamente ai cambiamenti mantenendo una coerenza collettiva. Probabilmente la “società liquida” si troverà presto davanti a un bivio: subire un ulteriore aumento del disordine e dell’entropia o trasformarsi in una nuova società, più simile al superfluido che a un liquido, in grado di reagire in modo ordinato e superare gli ostacoli che appariranno presto all’orizzonte della Storia.
Federico Ronchetti
“IL FOGLIO” del 20 luglio 2020
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È il 10 aprile quando la direzione per l'Italia settentrionale del partito comunista fa pervenire a tutte le organizzazioni politiche e formazioni militari partigiane la direttiva n. 16 dedicata all'insurrezione: “ l' offensiva sovietica sull' Oder e l'offensiva anglo-americana in Italia saranno gli atti finali della battaglia vittoriosa. Anche noi dobbiamo scatenare l'attacco definitivo. Non si tratta più solo di intensificare la guerriglia, ma di predisporre e scatenare vere e proprie azioni insurrezionali".
Alcuni giorni dopo il generale Clark (generale americano a dirigere le forze alleate in Italia) invia un messaggio ai partigiani raccomandando di restare sulle montagne e di non compiere azioni premature. Appena conosciuto il testo dei messaggio Togliatti scrive a Longo: "Il nuovo ordine del giorno del generale Clark è stato emanato senza l'accordo del governo né nostro. Tale ordine del giorno non corrisponde agli interessi del popolo. E nostro interesse vitale che l'armata nazionale e il popolo si sollevino in un'unica lotta per la distruzione dei nazifascisti prima della venuta degli alleati. Questo è indispensabile specialmente nelle grandi città, come Milano, Torino, Genova ecc., che noi dobbiamo fare il possibile per liberare con le nostre forze ed epurare integralmente dai fascisti. Prendete tutte le misure necessarie per la rapida realizzazione di questa linea, scegliete voi stessi il momento dell'insurrezione sulla base dello sviluppo generale della situazione sui fronti, sul movimento del nemico e sulla base della situazione delle forze patriottiche.”
Il popolo italiano aderisce con slancio all’appello: il 19 aprile i partigiani, guidati da Barontini, liberano Bologna e nella mattinata del 24 tutte le stazioni radio trasmettono questo messaggio “Il Comitato di liberazione nazionale dell'Alta Italia invita all'insurrezione in tutte le città e le province, per cacciare gli invasori e i loro alleati fascisti, e per porre le basi di una nuova democrazia, che sarà l'espressione della volontà popolare".
È l’insurrezione. Il giorno successivo vengono liberate Torino e Milano, e la maggior parte del nord Italia.
In questi giorni convivono, nel clima di generale euforia, la fiducia e i dubbi nei confronti del prossimo futuro, degli Alleati e del governo di Roma: ci si avvia a vivere un momento in cui l’uscita dall’incubo della morte, per essere sentita davvero come definitiva, chiede ancora dei morti. In questo senso, le organizzazioni partigiane aspirano ad una giustizia rapida ed esemplare, che permetta anche di “evitare l’errore di Roma per cui troppi fascisti girano ancora indisturbati per le vie dell’Urbe”.
Procedere all’epurazione è un bisogno sentito ed impellente, “l’epurazione dobbiamo farla adesso, chè dopo la liberazione non si fa più, perché in guerra si spara, finita la guerra non si spara più", la giustizia deve venire dal popolo, che da una parte continua a repellere la denuncia come metodologia di risoluzione, e che dall’altra parte spesso vede troppo lassismo da parte delle autorità.
Per molti anni la stampa revisionista ha parlato di 300000 uccisi nelle giornate di aprile, mentre nel 1952 il ministro dell’interno Scelba fornisce la cifra di 1732 epurati. Le stime concrete degli storici fanno invece ammontare il numero dei morti tra i dodici e i quinidicimila in tutto il nord Italia.
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Pochi però conoscono l’importanza sempre più crescente del Wi-fi nell’ambito della localizzazione: oggi tramite il Wi-fi è possibile, in certi posti, avere una posizione precisa quanto quella del GPS. La cosa riguarda sia gli smartphone sia quei dispositivi, come i notebook, che sono sprovvisti di antenna: come fa a sapere un notebook dove ci troviamo quando su un sito di annunci immobiliari autorizziamo il browser a usare la nostra posizione?
Qualcuno potrebbe pensare che venga utilizzato l’indirizzo IP, ma non è affatto così: viene usato il Wi-fi. Esiste infatti un enorme database usato da Apple, da Google e da molte altre aziende che in base alle reti presenti in una zona sono in grado di dire dove ci troviamo.
Ogni access point, anche se privato, espone infatti due dati: il nome della rete, comunemente definito SSID (Service Set Identifier) e il MAC Address, l’indirizzo fisico dell’interfaccia di rete. Se il primo può essere nascosto o cambiato, il secondo è legato all’hardware specifico e non cambia praticamente mai.
Apple, Google e tutte le altre grandi aziende che necessitano di servizi di localizzazione hanno iniziato, decine di anni fa, a compilare una mappa precisa con la posizione GPS degli hotspot nel mondo.
Google lo ha fatto utilizzando le auto che hanno mappato le strade per StreetView e Google Map: mentre le auto fotografavano la strada, segnavano anche tutte le reti Wi-fi che trovavano sul percorso associandole ad una posizione GPS precisa. Questo oggi non vale più, perché c’è un modo molto più comodo per avere quei dati: tutti gli smartphone in circolazione, se c’è attivo il GPS e i servizi di localizzazione, inviano in modo anonimo l’elenco di tutte le reti Wi-fi, SSID e Mac Address, per ogni specifica posizione.
Lo scrivono chiaramente le aziende nelle pagine legate alla privacy: “Se l’opzione Localizzazione è attiva, iPhone invierà periodicamente ad Apple le posizioni geografiche di hotspot Wi-Fi e stazioni radio della rete cellulare nelle vicinanze (quando supportato dal dispositivo), in maniera anonima e codificata, da utilizzare per ampliare il database crowd-sourced di hotspot Wi-Fi e delle posizioni delle stazioni radio della rete cellulare. Abilitando Localizzazione, verranno abilitati anche i servizi di sistema che si basano sulla localizzazione.”
La stessa cosa viene fatta da Google e da tutti gli altri provider che forniscono dati simili: “Per migliorare i Servizi di geolocalizzazione e per stimare la posizione di un dispositivo, Google utilizza dati Wi-Fi trasmessi pubblicamente da punti di accesso wireless, nonché dati GPS, di torri cellulari e di sensori. Questi dati sono limitati alle informazioni sul punto di accesso wireless stesso, inclusa la sua posizione.”
Questo vale ovviamente in città, dove c’è una densità di reti wi-fi tali da poter fornire dati precisi sulla posizione: mentre viaggiamo tra una posizione e un’altra il GPS resta l’unica soluzione. Esiste quindi un enorme database composto da milioni di coordinate unite a milioni di nomi di reti Wi-fi, e questo database è il “nuovo GPS”. Costruito con la posizione dei modem e degli access point che le persone hanno in casa, unite a quelli degli edifici pubblici.
Se molte persone sono consapevoli che il modem di casa, e la rete wireless che il modem genera, vengono utilizzate per comporre questo enorme database, pochi sanno che esisterebbe un modo per evitarlo.
Google ha infatti da anni proposto un suffisso, “_nomap”, da aggiungere al nome della rete Wi-fi per impedire che questa rete e il posto in cui si trova vengano usate. Tutte le reti Wi-fi con il nome che finisce per “_nomap” vengono quindi scartate dagli smartphone Android quando inviano ai server di Google i dati di tutti i dispositivi wireless nei paraggi. Essendo il nome della rete unico, Google ha chiesto anche agli altri produttori di seguire la stessa logica: una rete wi-fi il cui nome finisce per “_nomap” dev’essere eliminata dal database.
Ad oggi, però, non è dato sapere se altri abbiano accolto questo suggerimento e non ci sembra di aver mai visto una rete Wi-fi il cui nome finisce per “_nomap”.
Per altri produttori il codice è diverso, per Microsoft sembra essere "_optout"... Quindi dovrei ridenominare la mia rete di casa pincopalla_nomap_optout.... e cos'altro? Se ogni azienda ha un proprio codice di esclusione non se ne verrà mai fuori. E soprattutto quando se ne accorgeranno se io la rinomino solo ora? Al prossimo passaggio della Google-car? E siam sicuri al 100% che poi mi cancellano dal loro database?
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Il decreto che dice stop alle limitazioni dei sindaci sul 5G
Il decreto-legge numero 76 del 16 luglio 2020 relativo a “Misure urgenti per la semplificazione e l’innovazione digitale”, all’interno del decreto Semplificazioni, stabilisce che i sindaci non possono vietare l’installazione di reti 5G sul proprio Comune. https://youtu.be/NBW3cv5zBBg Il decreto semplificazioni che contiene quello sull'innovazione digitale Il nuovo decreto sull'innovazione digitale e il 5G, i sindaci non lo possono vietare Stop alle limitazioni al 5G da parte dei Sindaci con specifiche ordinanze. Lo ha stabilito il Governo Conte. La misura è contenuta nel decreto Semplificazioni, studiato con l’obiettivo di accelerare l’innovazione digitale. L’articolo è il 38 e fa specifico riferimento ai Sindaci che “non potranno introdurre limitazioni alla localizzazione sul proprio territorio di stazioni radio base per reti di comunicazioni elettroniche di qualunque tipologia e non potranno fissare limiti di esposizione a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici diversi rispetto a quelli stabiliti dallo Stato”. Una normativa, quindi, che frena l’efficacia delle ordinanze firmate dai Sindaci su tutto il territorio nazionale. C’è chi dice no Il sindaco di Vicenza, Francesco Rucco Lo stop alle limitazioni, da parte dei sindaci, per l'installazione delle reti 5G ha sin da subito alzato polemiche e proteste. Read the full article
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